domenica 26 dicembre 2010

TIROIDE E CAPELLI


Capelli fragili e secchi, che si indeboliscono e cadono facilmente, sono un sintomo comune delle malattie della tiroide.
I follicoli capilliferi sono particolarmente sensibili allo stato di salute dell'organismo e tendono a rallentare la propria attività in presenza d'importanti stress psicofisici. In questo modo è possibile destinare maggiori risorse energetiche al sostegno delle funzioni vitali. Non sorprende, dunque, che l'aumentata caduta dei capelli sia di comune riscontro in presenza di deficit nutrizionali, infezioni, sottoposizione ad interventi chirurgici, ustioni, variazioni ormonali e diverse malattie, incluse quelle tiroidee.
Il paziente può lamentare un cattivo stato di salute dei propri capelli sia in presenza di ipotiroidismo che di ipertiroidismo. Oltre all'eventuale aumento della caduta, che generalmente avviene a ciuffi, i capelli possono diventare fragili, lisci ed opachi.
Anche se nella stragrande maggioranza delle persone la perdita di capelli è un evento pressoché fisiologico (vedi alopecia androgenetica), non occorre sottovalutare l'ipotesi di una sottostante malattia della tiroide, specie in presenza di familiarità per questo genere di disturbi e sesso femminile. Le donne sono infatti maggiormente protette dalla caduta dei capelli rispetto all'uomo, motivo per cui tale sintomo dev'essere visto con maggiore preoccupazione.
Il trattamento delle patologie tiroidee molto spesso arresta la caduta dei capelli, anche se è necessario qualche mese per apprezzare un certo miglioramento estetico. Pur tuttavia, alcuni farmaci utilizzati nel trattamento di tali malattie - come l'eutirox (levotiroxina) - possono favorire la caduta dei capelli, specie se assunti in quantità non adeguate. Per questo motivo, se una volta individuata la giusta dose terapeutica il problema persiste, è necessario farlo presente al medico e sottoporsi ad una visita dermatologica per escludere altre condizioni predisponenti.
In tal caso bisognerà esporre chiaramente la propria condizione ed i farmaci assunti, in modo che l'eventuale terapia per arrestare la caduta dei capelli non interferisca con i medicinali utilizzati per trattare il disturbo tiroideo. Le opzioni possibili sono diverse: integratori per colmare eventuali carenze, lozioni per uso topico, shampoo alla caffeina, farmaci specifici come il minoxidil e la finasteride, autorapianto di capelli ed il poco gradito uso di parrucchini.

ALIMENTI GOZZIGENI



Sono considerati gozzigeni tutti quegli alimenti che apportano sostanze in grado di interferire con il metabolismo dello iodio. Ritroviamo tali elementi soprattutto nella famiglia delle crucifere (colza, cavoli, rape, crescione, rucola, ravanello, rafano) e nel latte delle vacche nutrite con questi vegetali. Nella categoria dei gozzigeni rientrano anche altri alimenti, come la soia, gli spinaci, il miglio, la tapioca e la lattuga. Anche alcuni additivi alimentari, come i nitrati presenti nel pesce e nelle carni conservate, impediscono l'assunzione di iodio da parte della tiroide. Una carenza di questo minerale può causare ipotiroidismo, con conseguente comparsa di gozzo da cui il termine "gozzigeni".
L'attività anti-iodio di questi alimenti è dovuta ai prodotti dell'idrolisi dei glucosinolati, quali tiocianati, isotiocianati e goitrine. In linea generale questi composti vengono inattivati dalla cottura e la loro azione antagonista nei confronti del metabolismo complessivo dello iodio è trascurabile.
La presenza di alimenti gozzigeni nella dieta assume importanza clinica solamente quando l'apporto alimentare di iodio è particolarmente basso (eventualità scongiurata dal semplice consumo di sale iodato).
Infine, vale la pena ricordare che questi alimenti forniscono all'organismo un prezioso carico di antiossidanti e di altre sostanze che possono contribuire al mantenimento dello stato di salute dell'uomo. Se non si è a rischio di carenze iodiche particolari, come quelle derivanti da deficit enzimatici familiari, e non si soffre già di ipotiroidismo, non vale dunque la pena rinunciare a questi alimenti soltanto per il timore del loro effetto gozzigeno.

sabato 25 dicembre 2010

CHECK UP FUNZIONALE

Altre analisi del sangue da eseguire per un vero check-up funzionale della tiroide sono la ricerca degli autoanticorpi anti–tiroide( denominati anti- TPO, anti-TG, anti-TR).
Sono anticorpi prodotti dallo stesso organismo che aggrediscono la tiroide.
Un valore elevato di anti-TPO si ha in oltre il 95% di persone colpite da malattia tiroidite di Hashimoto, in oltre l’ 85% delle persone con Morbo di Basedow. Un dosaggio di anti-TPO durante il primo trimestre di gravidanza indica un rischio di sviluppo di tiroidite post-partum che, se curata in fase iniziale, eviterà di arrecare disturbi nella donna.
Ogni tipo di anticorpo contro la tiroide indica uno specifico quadro patologico.
A chi ha valori elevati di anticorpi positivi contro la propria tiroide si consiglia di eseguire anche la ricerca di intolleranza al glutine.
Inoltre è consigliato eseguire la ricerca della calcitonina. E’ un ormone che interviene nel metabolismo del calcio, è secreta dalla tiroide, quindi un ormone ordinario che ogni giorno circola nel nostro sangue. Valori alterati della calcitonina possono essere interpretati come marcatori di un carcinoma della tiroide.
Infine una semplice misurazione della temperatura corporea, ponendo un semplice termometro nel cavo ascellare, al mattino appena svegli senza alzarsi, può dare un giudizio sulla funzionalità della propria tiroide.
Se la temperatura corporea è inferiore a 36.2°C vuol dire che è presente una riduzione della termogenesi ( minore produzione di calore metabolico da parte degli adipociti bruni del tessuto adiposo), che controllata dalla tiroide! Sentire freddo nella seconda parte della notte può essere un segno di una ridotta funzionalità tiroidea.

venerdì 19 novembre 2010

TIROIDE E PESO CORPOREO


Una carenza di T3 crea riduzione della termogenesi ( la persona sente freddo), è stanca, insonne, nervosa, aumenta di peso per riduzione del suo metabolismo ossidativo. Una carenza di carboidrati alimentari protratta nel tempo causa una riduzione del valore T3, condizione di effettivo ipotiroidismo indotto da dieta errata. Un T3 basso causa un blocco nella perdita di peso corporeo. Si cade nella sindrome di adattamento metabolico, L’organismo reagisce alla dieta carente di carboidrati bloccando la perdita del peso corporeo. Questa è una esperienza fatta da tante persone che eseguono una dieta basata solo sulla riduzione delle Calorie giornaliere, senza tenere presente una adeguata dose giornaliera di carboidrati, di acidi grassi omega-tre, iodio, selenio e potassio! Il blocco metabolico nella perdita di peso corporeo si ha dopo 15 – 20 giorni dall’inizio di una dieta ipocalorica e fortemente carente di carboidrati ( assenza di pane, pasta, riso, cereali, legumi…), con dose giornaliera inferiore a 100 g di carboidrati. Il blocco metabolico è comunque variabile nel tempo. È soggettivo, ma si verifica per la riduzione di T3

sabato 30 ottobre 2010

TIROIDE E GRAVIDANZA

In una gravidanza normale le modificazioni fisiologiche principali della tiroide sono rappresentate essenzialmente da:
o riduzione dei valori circolanti di TSH nel primo trimestre
o aumento della proteina veicolante gli ormoni tiroidei, con conseguente incremento degli ormoni totali e riduzione delle frazioni libere; tale aumento inizia entro le prime settimane e raggiunge il valore massimo intorno al 4°-5° mese di gravidanza;
o incremento del rapporto T3/T4;
o innalzamento dei valori di tireoglobulina, conseguenti all’aumentato impegno della ghiandola;
o aumentata escrezione urinaria di iodio per incremento della diuresi

martedì 19 ottobre 2010

EUTIROX

Eutirox è un farmaco contenente ormoni tiroidei e può sostituire la tiroide! Grazie a lui si può anche vivere benissimo senza tale ghiandola.
Si assume quando la tiroide si ammala o viene asportata a seguito di un carcinoma o per la formazione di noduli tiroidei.
E’ un medicinale indispensabile per chi è già stato sottoposto ad intervento chirurgico e per chi lo sarà. Io lo prendo tutti i giornidal 2008,da quando cioè sono stata sottoposta a tiroidectomia totale e lo prenderò per tutta la vita.Il dosaggio di Eutirox varia da persona a persona secondo la malattia accertata e la quantità di dosaggio ormonale precedentemente controllato e deve essere sempre, comunque, indicato dal medico specialista sulla ricetta. La terapia non può essere modificata dal paziente di propria iniziativa perché è molto pericoloso.
La pastiglietta di Eutirox va assunta ogni giorno al mattino A DIGIUNO, con un sorso d'acqua, e bisogna ASPETTARE sempre almeno 30 MINUTI PRIMA DI FARE COLAZIONE! N.B. questo particolare è molto importante.
Controindicazioni:
ipersensibilità verso i componenti o sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico.
Effetti indesiderati (Dal foglietto illustrativo del Farmaco):
Occasionalmente, specie all'inizio della terapia, o in caso di iperdosaggio, possono manifestarsi sintomi cardiaci (ad es. dolore anginoso, aritmie cardiache, palpitazioni) e crampi della muscolatura scheletrica.
Sono state segnalate inoltre tachicardia, insonnia, diarrea, eccitabilità, cefalea, vampate di calore, sudorazione, debolezza muscolare e calo ponderale. In questi casi è consigliabile, su indicazione medica, la riduzione della posologia quotidiana o la sospensione del trattamento per alcuni giorni.
Posologia e modo di somministrazione

martedì 14 settembre 2010

COMPLICANZE DELLA TIROIDECTOMIA TOTALE

Durante l'intervento o come conseguenza dell'intervento si possono verificare le seguente complicazioni: L'emorragia: il sangue si può raccogliere nel collo e comprimere le vie respiratorie. In tal caso la ferita va riaperta immediatamente, e il paziente va rioperato immediatamente. Raramente vi sono perdite di entità tale da richiedere una trasfusione di sangue.
• L'ipoparatiroidismo: consiste nella scarsa funzionalità delle ghiandole paratiroidi, deputate a mantenere un adeguato livello di calcio nel sangue. Dopo tiroidectomia l'ipoparatiroidismo si verifica molto frequentemente in quanto le ghiandole paratiroidi condividono gli stessi vasi che nutrono la tiroide e che vengono sezionati per asportarla. In genere, dopo l'intervento, vengono fatti dei prelievi di sangue per misurare la calcemia e/o il calcio ionizzato in modo da prevenirla con un'adeguata profilassi a base di Calcio e vitamina D. L'ipoparatiroidismo si manifesta con dei formicolii alle dita delle mani o attorno alla bocca (in gergo tecnico chiamate "parestesie") e solo eccezionalmente con tetania paratireopriva. Normalmente l'iperparatiroidismo persiste solo per pochi giorni dopo l'intervento, quindi si ha il ripristino spontaneo dei fisiologici valori di calcemia. Solo in rari casi (completa asportazione di tutte le ghiandole paratiroidee) è necessaria una terapia con calcio "a vita".
• L'ipotiroidismo
• La lesione di uno o di entrambi i nervi laringei inferiori o ricorrenti
• La lesione di uno o di entrambi i nervi laringei superiore
• Crisi tireotossiche: le manovre di trazione e spremitura della ghiandola nel corso dell'intervento chirurgico possono provocare un'aumentata immissione in circolo degli ormoni tiroidei; sono più facilmente riscontrabili in patologie da iperfunzione tiroidea (malattia di Basedow) e si manifestano tipicamente con tachicardia, sudorazione, agitazione psicomotoria, tremori diffusi di vario grado fino, raramente, allo scompenso cardiaco acuto (specie in individui con pre-esistente malattia cardiaca di base). La sintomatologia si protrae generalmente per pochi giorni dall'intervento, fino ad esaurirsi spontaneamente.

mercoledì 18 agosto 2010

TIROIDECTOMIA


La tiroidectomia è l'intervento chirurgico per l'asportazione della tiroide in maniera completa (totale) o incompleta (subtotale) specificando il lato in cui viene lasciato un residuo tiroideo. Questo intervento viene eseguito comunemente per gozzo multinodulare, tumore della tiroide, e ipertiroidismo (malattia di Graves-Basedow nei casi non passibili di terapia radiometabolica, struma basedowizzato). La tecnica chirurgica prevede una incisione cutanea alla base del collo in sede anteriore, generalmente praticata due dita sopra la fossetta del giugulo ("cervicotomia a collare secondo Kocher").A seconda dei casi vengono posizionati uno o due drenaggi talora in aspirazione, lateralmente o inferiormente alla ferita, per facilitare l'accollamento dei piani e per rimuovere eventuali secrezioni sierose ed ematiche nelle logge. Il drenaggio abitualmente si rimuove dopo 48 ore. Vi sono tuttavia condizioni patologiche per cui si rende necessario allargare il campo operatorio con una sternotomia mediana. Tali situazioni sono principalmente rappresentate da gozzi cosiddetti "immersi" (ampiamente estesi al di sotto dello stretto toracico superiore), con impossibilità di lussazione esterna dei lobi per via unicamente cervicotomica. Inoltre, la sternotomia è indicata anche per un tentativo di radicalità oncologica, quando possibile, in casi di neoplasie nel contesto del gozzo immerso che infiltrano le strutture mediastiniche.

domenica 25 luglio 2010

CARCINOMA DELLA TIROIDE

• Carcinoma papillare
Rappresenta il 60-70 % di tutti i carcinomi, è più frequente in pazienti giovani, al di sotto dei 40 anni, è caratterizzato dal minor grado di malignità che tende comunque ad aumentare nei pazienti più anziani, l’accrescimento e lento. Si presenta come un nodulo duro, ben distinto dai tessuti circostanti.
• Carcinoma follicolare
• Carcinoma anaplastico
Rappresenta il 5-10% di tutti i carcinomi, si trova principalmente negli anziani, ha un’alta malignità. E’ caratterizzato dall’ingrossamento rapido e doloroso della massa.
• Esiste un altro tipo di carcinoma che deriva dalle cellule del tessuto parafollicolare della tiroide che producono la calcitonina. In questo caso si parla di Carcinoma midollare.
Il Carcinoma midollare colpisce in genere soggetti al di sopra dei 50 anni. E’ caratterizzato da alcune peculiarità: secerne calcitonina, può esserci familiarità, può essere associato ad altri tumori o patologie dell’apparato endocrino. Il nodulo è duro, fisso, ben demarcato ma non capsulato, spesso associato a linfonodi laterocervicali. Il dosaggio della calcitonina nel sangue è un importante elemento diagnostico

giovedì 15 luglio 2010

TIROIDITI

Questo termine comprende più patologie caratterizzate da un processo infiammatorio della tiroide ma a diversa eziologia. Le forme più comuni sono:
· Tiroidite di Hashimoto
E’ una infiammazione cronica della tiroide, causata da fattori autoimmunitari, cioè l’organismo produce anticorpi contro il proprio tessuto tiroideo. Questa patologia è una delle cause più comuni di ipotiroidismo primario. La frequenza è maggiore nel sesso femminile. La ghiandola appare ingrossata, si ha il gozzo. Gli esami di laboratorio inizialmente mostrano un rialzo dei titoli anticorpali antitiroide con valore degli ormoni tiroidei normali. Successivamente si instaura ipotiroidismo.
· Tiroidite subacuta di De Quervain
E’ un’infiammazione acuta della tiroide, causata probabilmente da virus. Il paziente lamenta i sintomi classici dell’infiammazione, caratteristicamente febbre e mal di collo. Nei primi stadi della malattia si rileva agli esami di laboratorio una condizione di ipertiroidismo. In questo caso la malattia guarisce e solo occasionalmente evolve in ipotiroidismo.
· Tiroidite silente
E’ un’infiammazione della tiroide che si instaura in maniera subdola. La frequenza è maggiore nelle donne, più comunemente nel periodo successivo al parto. La tiroide si ingrossa, ma non è dolente. Nei primi stadi della malattia si può riscontrare agli esami di laboratorio ipertiroidismo che può evolvere in ipotiroidismo. Queste alterazioni sono transitorie, la malattia si risolve

sabato 10 luglio 2010

L'ITER DIAGNOSTICO

L'iter diagnostico ha lo scopo di distinguere la natura maligna da quella benigna del nodulo tiroideo, descriverne la sue dimensioni e la struttura, l'eventuale appartenenza ad un gozzo semplice o multinodulare, ad una tiroidite cronica o subacuta.
Elementi di allarme sono:
· precedente irradiazione del collo
· incremento volumetrico dei linfonodi laterocervicali
· rapida crescita
· aumento della consistenza
· disturbi da compressione (disfonia, disfagia)
· precedenti casi di cancro tiroideo nella famiglia.
Elementi di tranquillità sono (ma non escludono assolutamente la necessità di indagini):
· comparsa immediata, con dolore acuto e tensione
· rilievo concomitante di sintomi tipici dell'ipertiroidismo (tachiaritmia etc.)
Le indagini sono sia laboratoristiche che strumentali ed eventualmente anche citomorfologiche.
INDAGINI DI LABORATORIO
· Valutazione della funzione tiroidea attraverso il dosaggio del TSH e degli ormoni tiroidei FT3, FT4. Il riscontro di un aumento degli ormoni tiroidei (particolarmente dell'FT3) potrebbe deporre per un nodulo iperfunzionante (adenoma tossico) mentre valori bassi (FT4) con TSH aumentato sono più tipici ad esempio di una tiroidite cronica autoimmune con ipotiroidismo.
· Dosaggio della Calcitonina: utile identificare od escludere la presenza di un carcinoma midollare della Tiroide.
· Dosaggio degli anticorpi antitireoglobulina (TgAb) e antitireoperossidasi (TPOAb): la loro identificazione e titolazione aiuta ad identificare un eventuale processo autoimmune cronico (Tiroidite di Haschimoto
INDAGINI STRUMENTALI
· L'ecografia tiroidea ha un ruolo molto importante. Evidenzia il nodulo tiroideo, le sue dimensioni, la sua struttura e descrive anche il contesto ghiandolare nel quale si trova; può inoltre descrivere la presenza di linfoadenomegalie (ingrandimento dei linfonodi) locoregionali (vicini).
·
INDAGINI CITOMORFOLOGICHE
· L'agoaspirato costituisce una preziosissima indagine nella diagnosi differenziale tra noduli tiroidei benigni e maligni. Con un ago e sotto controllo ecografico si procede alla aspirazione del nodulo e le cellule così asportate vengono sottoposte a indagine.Come regola tutti i noduli palpabili di dimensioni superiori ad 1 cm dovrebbero essere sottoposti a questa procedura

martedì 29 giugno 2010

IL GOZZO TIROIDEO


Un’altra patologia della tiroide molto frequente è il gozzo (gozzo semplice, uninodulare, multinodulare)
Si tratta di una neoformazione rotondeggiante, singola o multipla (gozzo multinodulare), solida o cista (talvolta mista) che può raggiungere dimensioni talvolta anche di qualche centimetro determinando disturbi da compressione sugli organi vicini.
Le cause del gozzo possono essere molteplici e spesso anche molto diverse tra loro. Il risultato finale è, in ogni caso, la comparsa, più o meno rapida, di una tumefazione al collo che nei casi più avanzati può addirittura comprimere gli altri organi vicini, causando diversi sintomi compressivi come la difficoltà a deglutire, a respirare o molto più semplicemente la sensazione di un peso al collo.
Come tutti gli altri organi, anche la tiroide può essere soggetta a processi infiammatori determinando, quindi, il quadro di tiroidite che può manifestarsi, in modo più o meno acuto, con un dolore al collo e con una serie di sintomi correlabili all’iper o all’ipotiroidismo, o se si sviluppa in modo cronico, senza necessariamente provocare, all’inizio, dei sintomi evidenti

sabato 26 giugno 2010

IL NODULO TIROIDEO


Circa il 6,4% delle donne ha un nodulo tiroideo.
Il nodulo tiroideo costituisce la più frequente patologia tiroidea e come tutte le malattie della Tiroide incide più frequentemente nella donna rispetto all'uomo colpendo circa il 6,4 % di quelle con età tra i 30 ed i 59 anni. In realtà probabilmente la sua incidenza è ancor più alta (nei riscontri autoptici si arriva quasi al 50% dei casi) ma non diagnosticata per assenza di sintomatologia. La sua prevalenza nella popolazione generale aumenta progressivamente con l'età e talvolta si accompagna ad un ingrandimento della ghiandola (gozzo).
La natura dei noduli tiroidei è nella gran parte dei casi benigna, particolarmente nella donna; solo il 5-6% ha un'origine tumorale (carcinoma papillare il più frequente

venerdì 25 giugno 2010

INIZIAMO AD ENTRARE NELLE PATOLOGIE DELLA TIROIDE

Recenti statistiche hanno evidenziato l’elevata incidenza della patologia tiroidea nella popolazione, sottolineando il forte impatto che questa ha sul Sistema Sanitario Nazionale per l’alto numero di prestazioni richieste. Da qui il crescente interesse per l’importante ruolo svolto dalla tiroide, una delle più rilevanti ghiandole endocrine (produttrici di ormoni) le cui caratteristiche e funzioni, se pur ben conosciute, richiedono per la loro gestione molta attenzione e competenza da parte degli specialisti. Una tiroide ammalata, per eccesso o difetto della produzione ormonale, può subire delle modifiche nella forma, nel volume e nel peso, dando luogo ad asintomatici noduli unici o multipli, conosciuti come gozzo semplice o multinodulare, individuabili con la palpazione del collo solo per una bassa percentuale, in base al loro volume ed alla loro posizione. I noduli tiroidei la cui scoperta è spesso casuale, sono tra le patologie endocrine più frequenti nelle donne; il 10% della popolazione italiana ne soffre, nella maggior parte dei casi sono di natura benigna, ma possono essere curati anche in quei rari casi la cui natura è di tipo canceroso.
Il gozzo che oggi in Italia colpisce circa sei milioni di persone è generalmente espressione di una alterata funzione tiroidea: - l’ipotiroidismo (minore produzione di ormoni) è riscontrabile specialmente nelle donne adulte - l’ipertiroidismo (eccessiva produzione di ormoni) è più frequente tra le donne giovani in una fascia di età compresa tra i 20 ed i 40 anni. I disturbi tiroidei che sembra crescano progressivamente durante le varie fasce di età, raggiungono il picco tra i 50 ed 65 anni per poi iniziare a decrescere.

martedì 22 giugno 2010

COME FUNZIONA LA TIROIDE


L’attività della tiroide è regolata da un sofisticato sistema di controllo, formato dall’ipotalamo e dall’ipofisi, sistema che è una sorta di direttore d’orchestra di tutto l’apparato endocrino. L’ipotalamo è un’area posta alla base del cervello, mentre l’ipofisi è un’altra piccola (pesa poco più di mezzo grammo!) ma importantissima ghiandola endocrina situata proprio sotto l’ipotalamo. Tra il sistema ipotalamo-ipofisi e la tiroide vi è un continuo scambio di informazioni (feedback) per mantenere nei limiti della norma i livelli di T3 e T4 nel sangue. Se gli ormoni tiroidei sono troppo bassi, l’ipotalamo aumenta infatti la produzione di una sostanza che stimola l’ipofisi a liberare nel sangue la tireotropina o ormone tireotropo o TSH. Il TSH a sua volta stimola direttamente la tiroide a secernere T3 e T4. Se invece gli ormoni tiroidei aumentano troppo, l’ipotalamo ‘registra’ questo eccesso e blocca la produzione del TRH, con un effetto finale di riduzione dell’attività della tiroide. Quando questo sofisticato meccanismo di regolazione non funziona regolarmente, la tiroide può produrre ormoni in eccesso, creandosi una situazione patologica di ipertiroidismo, o all’opposto in minore quantità rispetto al necessario, determinandosi in tal caso uno stato di ipotiroidismo.

venerdì 18 giugno 2010

COSA PRODUCE LA TIROIDE?


al microscopio il tessuto tiroideo appare costituito da un gran numero di follicoli(circa 3 milioni),che sono delle vescicole ripiene di una sostanza gelatinosa(colloide)contenente la tireoglobulina (TG).la TG è una proteina ricca di iodio da cui derivano la triiodotironina o T3 e la tiroxina o T4 che sono i due ormoni principali prodotti dalle cellule della tiroide (tireociti).Lo iodio contenuto nell'acqua e nel cibo è necessario per la produzione di T3 e T4.
Alcune particolari cellule presenti nel tessuto tiroideo (cellule parafollicolari o cellule C) secernono un’altra importante sostanza ormonale, la calcitonina che, insieme con il paratormone (PTH) prodotto dalle paratiroidi - altre piccole ghiandole endocrine a stretto contatto con la tiroide - regola i livelli di calcio e fosforo nel sangue e controlla l’eccitabilità dei muscoli e la resistenza delle ossa

lunedì 14 giugno 2010

cos'è la tiroide


La tiroide è una ghiandola posta nel collo, appena sotto la cartilagine tiroidea che nell'uomo costituisce il cosiddetto pomo d'Adamo.

Ha la forma di una farfalla con le due ali poste ai lati della laringe. Le due ali costituiscono i lobi della tiroide, mentre la parte centrale che le congiunge è detta istmo.

La tiroide è una ghiandola endocrina: ciò significa che produce degli ormoni, detti ormoni tiroidei, che entrano nel circolo sanguigno e hanno la funzione di regolare il metabolismo, ovvero la modalità con cui l'organismo utilizza e consuma le sostanze nutritive e altre funzioni come ad esempio la regolazione del battito cardiaco e della temperatura corporea.

La tiroide produce gli ormoni solo se stimolata a sua volta dal rilascio di un altro ormone, il TSH (od ormone tireostimolante) che viene prodotto dalla ghiandola pituitaria, posta nelle parti più profonde del cervello. Gli ormoni tiroidei inglobano al loro interno alcune molecole di iodio, che è quindi un elemento fondamentale per la loro produzione. La ghiandola può, in caso di malattia, produrre un eccesso di ormoni (si parla di ipertiroidismo) o viceversa esserne carente (ipotiroidismo)

lunedì 7 giugno 2010

vivere senza tiroide

ciao a tutti,mi chiamo Stefania,ho 37 anni e da 2 anni vivo senza tiroide,o meglio,ho subito una tiroidectomia totale,ho deciso di creare questo blog per parlare della tiroide,una ghiandola piccola ma importantissima,e strada facendo vi racconterò la mia esperienza.