domenica 26 dicembre 2010

TIROIDE E CAPELLI


Capelli fragili e secchi, che si indeboliscono e cadono facilmente, sono un sintomo comune delle malattie della tiroide.
I follicoli capilliferi sono particolarmente sensibili allo stato di salute dell'organismo e tendono a rallentare la propria attività in presenza d'importanti stress psicofisici. In questo modo è possibile destinare maggiori risorse energetiche al sostegno delle funzioni vitali. Non sorprende, dunque, che l'aumentata caduta dei capelli sia di comune riscontro in presenza di deficit nutrizionali, infezioni, sottoposizione ad interventi chirurgici, ustioni, variazioni ormonali e diverse malattie, incluse quelle tiroidee.
Il paziente può lamentare un cattivo stato di salute dei propri capelli sia in presenza di ipotiroidismo che di ipertiroidismo. Oltre all'eventuale aumento della caduta, che generalmente avviene a ciuffi, i capelli possono diventare fragili, lisci ed opachi.
Anche se nella stragrande maggioranza delle persone la perdita di capelli è un evento pressoché fisiologico (vedi alopecia androgenetica), non occorre sottovalutare l'ipotesi di una sottostante malattia della tiroide, specie in presenza di familiarità per questo genere di disturbi e sesso femminile. Le donne sono infatti maggiormente protette dalla caduta dei capelli rispetto all'uomo, motivo per cui tale sintomo dev'essere visto con maggiore preoccupazione.
Il trattamento delle patologie tiroidee molto spesso arresta la caduta dei capelli, anche se è necessario qualche mese per apprezzare un certo miglioramento estetico. Pur tuttavia, alcuni farmaci utilizzati nel trattamento di tali malattie - come l'eutirox (levotiroxina) - possono favorire la caduta dei capelli, specie se assunti in quantità non adeguate. Per questo motivo, se una volta individuata la giusta dose terapeutica il problema persiste, è necessario farlo presente al medico e sottoporsi ad una visita dermatologica per escludere altre condizioni predisponenti.
In tal caso bisognerà esporre chiaramente la propria condizione ed i farmaci assunti, in modo che l'eventuale terapia per arrestare la caduta dei capelli non interferisca con i medicinali utilizzati per trattare il disturbo tiroideo. Le opzioni possibili sono diverse: integratori per colmare eventuali carenze, lozioni per uso topico, shampoo alla caffeina, farmaci specifici come il minoxidil e la finasteride, autorapianto di capelli ed il poco gradito uso di parrucchini.

ALIMENTI GOZZIGENI



Sono considerati gozzigeni tutti quegli alimenti che apportano sostanze in grado di interferire con il metabolismo dello iodio. Ritroviamo tali elementi soprattutto nella famiglia delle crucifere (colza, cavoli, rape, crescione, rucola, ravanello, rafano) e nel latte delle vacche nutrite con questi vegetali. Nella categoria dei gozzigeni rientrano anche altri alimenti, come la soia, gli spinaci, il miglio, la tapioca e la lattuga. Anche alcuni additivi alimentari, come i nitrati presenti nel pesce e nelle carni conservate, impediscono l'assunzione di iodio da parte della tiroide. Una carenza di questo minerale può causare ipotiroidismo, con conseguente comparsa di gozzo da cui il termine "gozzigeni".
L'attività anti-iodio di questi alimenti è dovuta ai prodotti dell'idrolisi dei glucosinolati, quali tiocianati, isotiocianati e goitrine. In linea generale questi composti vengono inattivati dalla cottura e la loro azione antagonista nei confronti del metabolismo complessivo dello iodio è trascurabile.
La presenza di alimenti gozzigeni nella dieta assume importanza clinica solamente quando l'apporto alimentare di iodio è particolarmente basso (eventualità scongiurata dal semplice consumo di sale iodato).
Infine, vale la pena ricordare che questi alimenti forniscono all'organismo un prezioso carico di antiossidanti e di altre sostanze che possono contribuire al mantenimento dello stato di salute dell'uomo. Se non si è a rischio di carenze iodiche particolari, come quelle derivanti da deficit enzimatici familiari, e non si soffre già di ipotiroidismo, non vale dunque la pena rinunciare a questi alimenti soltanto per il timore del loro effetto gozzigeno.

sabato 25 dicembre 2010

CHECK UP FUNZIONALE

Altre analisi del sangue da eseguire per un vero check-up funzionale della tiroide sono la ricerca degli autoanticorpi anti–tiroide( denominati anti- TPO, anti-TG, anti-TR).
Sono anticorpi prodotti dallo stesso organismo che aggrediscono la tiroide.
Un valore elevato di anti-TPO si ha in oltre il 95% di persone colpite da malattia tiroidite di Hashimoto, in oltre l’ 85% delle persone con Morbo di Basedow. Un dosaggio di anti-TPO durante il primo trimestre di gravidanza indica un rischio di sviluppo di tiroidite post-partum che, se curata in fase iniziale, eviterà di arrecare disturbi nella donna.
Ogni tipo di anticorpo contro la tiroide indica uno specifico quadro patologico.
A chi ha valori elevati di anticorpi positivi contro la propria tiroide si consiglia di eseguire anche la ricerca di intolleranza al glutine.
Inoltre è consigliato eseguire la ricerca della calcitonina. E’ un ormone che interviene nel metabolismo del calcio, è secreta dalla tiroide, quindi un ormone ordinario che ogni giorno circola nel nostro sangue. Valori alterati della calcitonina possono essere interpretati come marcatori di un carcinoma della tiroide.
Infine una semplice misurazione della temperatura corporea, ponendo un semplice termometro nel cavo ascellare, al mattino appena svegli senza alzarsi, può dare un giudizio sulla funzionalità della propria tiroide.
Se la temperatura corporea è inferiore a 36.2°C vuol dire che è presente una riduzione della termogenesi ( minore produzione di calore metabolico da parte degli adipociti bruni del tessuto adiposo), che controllata dalla tiroide! Sentire freddo nella seconda parte della notte può essere un segno di una ridotta funzionalità tiroidea.